venerdì 19 Aprile 2024

Le sorgenti sonore

Le sorgenti sonore
Si definiscono sorgenti sonore quegli oggetti o quelle sostanze che, costrette a vibrare, emettono suoni compresi nella gamma udibile. Un corpo qualsiasi posto in vibrazione dà origine a rumore. I suoni classificati invece come musicali vengono generalmente originati da appositi strumenti. Gli agenti che producono le vibrazioni possono essere assai diversi, come pure è diverso il meccanismo di eccitazione della vibrazione. La voce umana e i riproduttori elettromeccanici dei suoni, quali gli altoparlanti e le cuffie, rappresentano dei tipi particolari di sorgenti sonore. I suoni, da qualsiasi sorgente sonora provengano, sono caratterizzati per la dinamica, la gamma e per la direzionalità di emissione. Per dinamica di emissione di una sorgente si intende l’escursione dell’intensità sonora compresa entro un livello minimo e uno massimo. Il livello minimo di intensità di una emissione sonora ha il suo corrispondente nel temine musicale “pianissimo”, mentre il livello massimo corrisponde al termine “fortissimo”.
Figura 1_20
Ogni strumento musicale possiede quindi una sua dinamica di intensità. La dinamica di tutti gli strumenti uniti assieme per formare una orchestra sinfonica si estende per circa 60/65 decibel: si parte da una punta minima di 35 decibel, corrispondente al livello acustico del brusio ambientale, per arrivare al livello del fortissimo, pari a circa 100 decibel. La gamma di emissione di una sorgente sonora si riferisce all’estensione in frequenza dei suoni prodotti dalla sorgente che è compresa tra un limite inferiore e uno superiore. Se suddividiamo in ottave musicali la scala di frequenze, possiamo notare che lo strumento che presenta la gamma più estesa è l’organo che copre quasi 9 ottave, seguito dal pianoforte che ne copre 8. Lo strumento con la gamma di emissione più ristretta è il timpano, con un’estensione pari a un’ottava e mezza. La scala rappresenta una successione di suoni secondo determinati e precisi rapporti di frequenza che intervallano un grado e l’altro della scala stessa. Tale intervallo è stato diviso in otto parti, i cui suoni sono caratterizzati per l’altezza che è sempre doppia rispetto al precedente intervallo. Ogni intervallo prende il nome di ottava. La nomenclatura dei gradi, le note, è limitata ad una sola ottava, in quanto tutti gli altri suoni sono omonimi di quelli dell’ottava di riferimento. La scala si ripete quindi con suoni dello stesso nome e intervalli identici ad ogni singola ottava, da un estremo all’altro delle frequenze udibili. L’intervallo che separa i gradi consecutivi di una scala prende il nome di tono. La scala oggi universalmente adottata è quella detta temperata, in cui gli intervalli di tono hanno un valore che corrisponde alla sesta parte dell’ottava, cioè del rapporto 2 a 1. L’intervallo di tono a sua volta è suddiviso in due parti esattamente uguali, dette semitoni temperati. Dato allora che l’intervallo di un’ottava è espresso da 2/1, è evidente che per determinare un valore che, moltiplicato per se stesso dodici volte, si elevi a quello del rapporto di ottava 2/1, basta trovare la radice dodicesima di 2. Questa radice corrisponde al valore cercato ed esprime il rapporto del semitono temperato, che è pari a:
Formula 03
La direzionalità di emissione di una sorgente sonora si esprime mediante l’uso di diagrammi, detti polari, che rappresentano l’intensità sonora in funzione angolare per una data frequenza emessa. Ad esempio in uno strumento musicale quale il violino le massime intensità sonore alla frequenza di 880 Hz si riscontrano perpendicolarmente alla parte superiore della cassa armonica, detta tavola, e perpendicolarmente alla parte inferiore o fondo. Conoscere la direzionalità di emissione dei vari strumenti musicali è essenziale per il buon posizionamento dei microfoni durante la ripresa audio.
Figura 1_21