giovedì 25 Aprile 2024

La natura del suono

Secondo una definizione strettamente fisica, i suoni musicali sono prodotti da vibrazioni complesse e periodiche, in cui all’oscillazione fondamentale si sovrappongono oscillazioni armoniche. Conseguentemente, tutti quei suoni con andamento non periodico, irregolare o impulsivo, sono rumori. Questa definizione é vera solo parzialmente, perché il fenomeno sonoro presenta aspetti diversi. Possiamo infatti distinguere una componente fisiologica, in relazione alle caratteristiche dell’udito, una componente fisica, relativa alla generazione e alla propagazione sonora, e una componente psicologica in relazione alle particolari sensazioni che il suono origina. La precedente definizione considera solo la componente fisica. Non c’é alcun dubbio che, ad esempio, nella brusca frenata di un’automobile, l’effetto sonoro sia correttamente descritto dalla definizione precedente; tuttavia il rumore non é solo questo. Nel rumore é contenuta tutta la sensazione sgradevole e a volte dolorosa che é attinente alla componente fisiologica dell’udito; nel rumore é inclusa, inoltre, tutta la bruttezza e rozzezza che offendono il nostro senso estetico (componente psicologica).
Sarà quindi opportuno proporre un tentativo di nuova definizione della differenza tra suono e rumore. Definiremo così il suono come l’insieme di tutte quelle vibrazioni sonore presenti in natura o generate dall’uomo a imitazione e a miglioramento di quelle naturali. Si delinea dunque un criterio discriminante: da un lato ci sono attività pratiche necessarie oppure ludiche in senso lato (si pensi ai fuochi d’artificio); queste attività sono sorgenti di rumore. Dall’altro lato vi sono la natura e la libera attività, creativa e disinteressata dell’uomo, improntata al senso estetico: queste attività sono sorgenti di suono.
Ma ritorniamo alla natura del suono: per avere una sensazione sonora sono necessarie le seguenti condizioni:
  1. l’esistenza di una sorgente sonora costituita fondamentalmente da una sostanza vibrante (ad esempio una corda di violino, una piastra, come nel caso dei cimbali, la membrana di un tamburo o una colonna d’aria, come nel caso degli strumenti a fiato.
  2. l’esistenza di un mezzo materiale in cui il suono possa propagarsi.
  3. l’esistenza di un orecchio umano, cioè l’organo sensoriale che trasforma gli stimoli di natura fisica presenti nel mezzo in cui il suono si propaga in sensazioni percepibili dal cervello.

Nella figura che segue sono illustrate schematicamente tali condizioni. Per le questioni che saranno trattate successivamente, e cioè propagazione del suono con riflessione, rifrazione e risonanza, é importante constatare l’esattezza delle condizioni a. e b.
La condizione c. riguarda piuttosto le questioni fisiologiche che quelle fisiche.

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Che il suono uscente da un diapason sia causato dalla vibrazione di quest’ultimo si può rilevare anche dall’osservazione visiva. I rebbi, vibrando, assumono al loro estremo un contorno evanescente.
Se poniamo a contatto con uno di essi una pallina di polistirolo sospesa a un filo essa ne sarà respinta.
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Per verificare la condizione b, allestiamo un altro esperimento. Poniamo una suoneria elettrica, sospesa mediante due elastici di gomma, sotto una campana di vetro a tenuta. Dopo avere estratto l’aria tramite una pompa forniamo alla suoneria una corrente elettrica che la farà suonare. Potremo osservare che la suoneria sta vibrando, ma non si sentirà alcun suono. L’esperienza dimostra quindi che è necessario un mezzo per consentire la propagazione del suono; in questo caso il mezzo è costituito dall’aria.
Le sospensioni di gomma alle quali è fissata la suoneria servono a evitare che le vibrazioni raggiungano, attraverso un corpo solido, la superficie della campana, e quindi si irradino nell’aria diventando così udibili.
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